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Il patto di stabilità «perde» le sanzioni-Sole 24ore

  • 03 Ago, 2016
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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Accanto agli interventi eterogenei imbarcati nel corso dell'esame parlamentare anche perché si trattava dell'ultimo treno normativo utile prima della pausa estiva, in ossequio al suo titolo il decreto sugli enti locali si concentra su una serie di misure destinate a comuni, città metropolitane e province.

Il capitolo più ricco è quello delle assunzioni, che triplica gli spazi di turn over (dal 25% al 75% delle uscite) nei comuni fra millee 10mila abitanti che hanno, in rapporto alla loro popolazione, organici più snelli rispetto a quelli previsti per gli enti in condizione di deficit strutturale, e avvia un piano straordinario triennale per le stabilizzazioni di insegnanti ed educatori negli asili nido comunali. I dirigenti a termine, poi, vengono esclusi dai calcoli sui tetti di spesa per i contratti a termine. L'approvazione di ieri rende poi definitivo quello che potrebbe essere l'ultimo episodio della travagliata storia normativa del Patto di stabilità: viene infatti ridotta del 70% la sanzione finanziaria a carico dei comuni che hanno sforato il Patto nel 2015, e viene cancellata del tutto quella prevista per le città metropolitane e le province, quasi tutte, che si trovano nella stessa condizione. Come chiarito dalla Ragioneria generale la scorsa settimana (si veda Il Sole 24 Ore del 28 luglio), l'altro vincolo, quello che impedisce alle città fuori patto di impegnare per spesa corrente una somma superiore alla media degli ultimi tre anni, va calcolato sulla base delle funzioni svolte quest'anno e senza considerare i contributi alla finanza pubblica imposti dalle spending review. Con questi interventi,e con la distribuzione di tagli e compensazioni fissati sempre dal decreto, secondo il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa «le province raggiungono un sostanziale equilibrio». Dal canto loro gli amministratori locali ribattono invece che in molti casi i numeri continuano a non tornare. Per i comuni arriva poi la copertura statale, finoa 136 milioni in tre anni, per pagare le penali delle estinzioni anticipate di mutui contratti in passato e gravati da interessi lontani dai tassi piatti di oggi. Non va dimenticata per il suo valore economico, poi, la norma che traduce in pratica l'accordo con la Sicilia sulla compartecipazione dei tributi erariali e che assegna all'Isola 500 milioni nel 2016, 1,4 miliardi nel 2017 e 1,685 nel 2018 in cambio del taglio del 3% della spesa corrente e dell'applicazione della riforma Madia in arrivo sul ruolo unico dei dirigentie sui tagli alle società partecipate. Su quest'ultimo aspetto, ieri sono arrivate conferme sull'approdo dei due testi al consiglio dei ministri di settimana prossima, insieme al decreto sul Codice dell'amministrazione digitale.

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