Nella riunione tecnica di ieri della conferenza Statocittà il governo ha respinto le richieste di far slittare le scadenze del 31 luglio, data entro la quale le giunte degli enti locali devono presentare ai consigli il documento unico di programmazione (Dup) e Province e Città metropolitane devono chiuderei loro bilanci preventivi di quest'anno. Nel confronto fra governo ed enti locali, anzi, è stato delineato anche il calendario delle prossime tappe, che prevede l'approvazione dei nuovi fabbisogni standard il 31 agosto, per definire entro fine anno i numeri del fondo di solidarietà comunale. L'anno prossimo, la scadenza per l'approvazione dei preventivi locali sarà fissata al 28 febbraio, per continuare il progressivo arretramento dei termini e arrivare dal 2018 a far valere la scadenza ordinaria del 31 dicembre, obiettivo rilanciato nelle scorse settimane anche dal Ragioniere generale dello Stato. Nell'ottica del governo, ovviamente, tutte le mosse sono collegate. I preventivi devono ridurre fino ad azzerare il loro ritardo cronico per allargare gli spazi per la programmazione degli investimenti (e dare qualche certezza in più ai contribuenti quando sarà superato il blocco delle aliquote locali); ma per centrare questo risultato bisogna far accelerare tutta la macchina che porta ai bilanci, sia nei passaggi preliminari com'è appunto il Dup sia nella definizione dei numeri di riferimento con la chiusura dei fabbisogni standard. Gli amministratori locali ribatto no con un certo disappunto alla conferma del calendario del Dup che secondo l'Anci «rende particolarmente gravoso il lavoro degli uffici finanziari comunali, già oberati da molteplici adempimenti sovrapposti» e schiacciati da «vincoli anacronistici» sulle assunzioni. Ai sindaci, del resto, è proprio il nuovo documento programmatorio chiesto dall'armonizzazionea non piacere: lo giudicano «un adempimento formale», al punto da averne chiesto (senza successo) l'abolizione peri Comuni finoa 5mila abitanti all'interno del decreto enti locali in discussione alla Camera. Dal decreto, comunque, arriva la possibilità di presentare il Dup senza il parere dei revisori, stralciato dall'articolo 174, comma 1 del Tuel e quindi curiosamente cancellato anche per quel che riguarda il bilancio di previsione (si veda anche Il Sole 24 Ore di ieri). Va ricordato, inoltre, che il termine di presentazione è ordinatorio, e non produce sanzioni per chi lo sfora, com'era stato già chiarito dalla conferenza Statocittà del 18 febbraio. Niente slittamento, poi, nemmeno per i bilanci preventivi di Provincee Città metropolitane, in scadenza il 31 luglio (ma c'è in calendario una nuova riunione della Conferenza per il 28). Da questo punto di vista, il quadro dei numeri è definito con gli ultimi interventi sul decreto enti locali, che fissano le cifre di tagli e contributi ente per ente (con 48 milioni di "aiuti" in più che originariamente erano destinati al fondo per l'estinzione anticipata dei mutui comunali, per il quale restanoa disposizione fino a 136 milioni in tre anni). Per Province e Città che hanno sforato il Patto 2015 (la maggioranza) viene poi superato anche il blocco del salario accessorio. In tema di personale, un chiarimento importante arriva sui dirigenti a contratto ex articolo 110 del Tuel, che vengono esclusi dal tetto di spesa sul lavoro flessibile in cui li aveva fatti rientrare la delibera 14/2016 della Corte dei conti.