La nuova possibilità è arrivata ieri dalla commissione Bilancio della Camera, doveè stato approvato un emendamento a firma di Gian Franco Fragomeli (Pd) che istituisce un nuovo fondo statale per l'estinzione anticipata di mutuie obbligazioni locali. In campo per quest'anno ci sono 14 milioni, che possono salire a 40 dirottando a questo scopo le sanzioni finanziarie applicatea chi non ha rispettato il Patto di stabilità 2015 che dovrebbero finire nel fondo di solidarietà comunale, mentre per il 2017e 2018 ci sono 48 milioni all'anno. Ieri la commissione ha portato avanti fino a tarda sera l'esame del provvedimento (il re latore è Antonio Misiani, del Pd), atteso già oggi all'Aula per la prima lettura dove potrebbe essere accompagnato dalla questione di fiducia per accelerarei tempi dell'approvazione. In commissione è passato l'emendamento che salva le concessioni balneari già prorogate fino al 2020, in attesa di una riforma che andrà attuata entro la fine del prossimo anno: dopo questo «primo passo», commenta il ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, si dovrà avviare la «revisione organica della disciplina, che terrà conto della professionalità, dell'esperienza e dei sacrifici di uominie donne che da anni si dedicano ad attività di impresa nel turismo balneare». Discussione "notturna", invece, per il correttivo che riapre la rateizzazione delle cartelle a chi è decaduto dal beneficio. I 136 milioni in tre anni messi sul piatto per l'estinzione parziale o integrale di mutui e obbligazioni locali rispondono a una richiesta avanzata da molti Comuni, e rilanciata nei giorni scorsi dal presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia (Pd), si veda Il Sole 24 Ore del 6 luglio, per alleggerire i bilanci dagli oneri di ammortamento di finanziamenti nati anni fa,e quindi gravati da tassi anche del 5% e oltre, lontanissimi dai livelli attuali. Resta da capire se la dotazione trovata basterà a soddisfare le richieste,o rischierà di essere assorbita dai grandi Comuni che hanno in carico i debiti più alti in valore assoluto: l'Anci aveva chiesto di accompagnare questa misura con una replica, riservata ai Comuni più grandi, delle modalità di ristruttu razione del debito concessa l'anno scorso alle Regioni dall'articolo 45 del decreto enti locali del 2015 (Dl 66), ma la proposta non è passata. In commissione è stato poi approvato un gruppo di correttivi proposti direttamente dal governo che, oltre a tradurre in legge la distribuzione di tagli e compensazioni fra Città metropolitane e Province già concordata in conferenza StatoCittà, hanno adottato una minisemplificazione, che cancella l'obbligo per gli enti locali di trasmettere le variazioni di bilancio alla Banca dati della Pa, e una serie di sanzioni per blindare le scadenze di bilanci preventivie consuntivi. Dalla prossima tornata, quindi dai preventivi 2017 e dai rendiconti 2016, Regioni ed enti locali che non rispetteranno le scadenze si vedranno bloccare tutte le facoltà assunzionali, come accade a chi sfora i vincoli di finanza pubblica. Tra le novità sugli adempimenti merita di essere sottolineato l'emendamento approvato venerdì che permette al le giunte di presentare senza la relazione dei revisori non solo il Documento unico di programmazione, ma anche il bilancio di previsione (si veda anche Il Sole 24 Ore di sabato). Sempre sul Dup, oggi la conferenza StatoCittà discuterà l'ipotesi di slittamento del termine, dal 31 luglio al 30 settembre, per la sua presentazione al consiglio da parte della giunta. Va ricordato, in ogni caso, che il termine è ordinatorio, come era stato confermato dalla stessa Conferenza il 18 febbraio, per cui non scattano sanzioni a carico di chi non lo rispetta. Va ricordato che secondo le regole dell'armonizzazione il documento programmatico rappresenta «il presupposto indispensabile» per il preventivo (lo dice l'articolo 170, comma 5 del Dlgs 267/2000), e che i prossimi bilanci, insieme alla nota di aggiornamento al Dup, devono essere presentati entro il 15 novembre: salvo proroghe, naturalmente.