èˆ ricco il menu della Conferenza Stato città che oggi alle 13 proverè a rimettere ordine al calendario delle scadenze per le amministrazioni locali: un calendario stretto fra le incognite delle amministrazioni locali, alle prese con l'applicazione a regime della nuova contabilitàe del pareggio di bilancio, e la spinta del Governo per evitare proroghe a catena. Di qui la scelta del 30 aprile (anticipata sul Sole 24 Ore del3 febbraio), che offre un po' più tempo ai sindaci senza entrare troppo nel territorio minato pre elettorale: a giugno vanno al voto più di 1.300 Comuni, e l'esperienza insegna che un rinvio più lungo avrebbe proiettato quasi inevitabilmente i bilanci in autunno. Molto dipende però anche dalla rapiditè dell'aggiornamento dei dati sulle «capacitè fiscali » dei Comuni, essenziali per il meccanismo della perequazione che quest'anno governerè il 30% del fondo di solidarietà nella quota extra rispetto ai rimborsi per il mancato gettito Imu e Tasi. Il decreto coni nuovi dati arriverè oggi in conferenza, prima tappa dell'iter per la sua approvazione definitiva. Il problema delle elezioni, anche se di secondo livello, non esclude le Province e le città metropolitane, ma per gli enti di area vasta le questioni aperte sono più spinose. Si aspettano, prima di tutto, i dati definitivi del monitoraggio sul Patto di Stabilità , che secondoi calcoli disponibili oggi è¨ stato mancato dall'ampia maggioranza delle amministrazioni: se le cifre definitive confermeranno questa situazione, le sanzioni a regime che prevedono un taglio (o meglio un prelievo forzoso, perchè Province e città non hanno trasferimenti) pari allo sforamento porterebbero a un rischio di dissesti a catena. èˆ probabile un intervento per tornarea penalitè più soft (l'anno scorso erano del 20% dello sforamento), che era stato ipotizzato nel corso della legge di conversione del Milleproroghe ma poi è¨ stato rimandato proprio per aspettare il quadro definitivo sul rispetto dei vincoli di finanza pubblica. In un quadro del genere, dunque, i numeri sono destinatia rimanere incerti ancora per un po', e da qui l'esigenza di spostare i termini al 31 luglio replicando il sistema delle scadenze differenziate sperimentato lo scorso anno. Il balletto delle scadenze investe anche il Dup, il documento unico di programmazione che doveva essere presentato entro il 31 dicembre scorso e andrebbe aggiornato entro il 28 febbraio. Sul punto, la prospettiva dovrebbe essere quella di una presa d'atto in Conferenza del carattere «ordinatorio » delle scadenze, per dar modo ad amministratori e revisori di procedere senza sanzioni a patto, ovviamente, di approvare il tutto prima del bilancio preventivo, di cui il Dup è¨ premessa fondamentale.