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I preventivi dei Comuni verso il rinvio al 30 aprile- Sole 24ore

  • 03 Feb, 2016
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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Per i bilanci dei Comuni si prospetta un mini ­rinvio al 30 aprile.

La proposta sarà  presentata dal Governo alla prossima conferenza Stato ­città, con l'obiettivo di definire da subito la "data ultima" per i preventivi ed evitare che si riavvii una nuova catena delle proroghe. A oggi, dopo un primo rinvio deciso a dicembre, la scadenza per la chiusura dei nuovi preventivi  è fissata per tutti gli enti locali al 31 marzo, un termine che da subito è apparso debolea causa delle tante pedine ancora in moto nella scacchiera, come al solito complicata, della finanza locale. La fine di marzo, per esempio,  è anche il termine entro il quale la legge prevede l'approvazione dei nuovi fabbisogni standard, che quest'anno governeranno il 30% del fondo di solidarietà  comunale per la quota extra rispetto ai rimborsi del taglio a Imu e Tasi (comma 17 della legge di Stabilità  2016). La commissione tecnica che sostituisce la Copaff, ed  è composta dai dirigenti dei ministeri interessati e dai rappresentanti degli enti locali,  è in fase di avvio, anche se nel frattempo i numeri sono in corso di elaborazione e l'obiettivo dell'Economia  è quello di arrivare prima di marzo per definire il quadro di questi numeri chiave peri bilanci locali del 2016 ­2018 (il peso dei fabbisogni standard salirè  al 40% il prossimo anno e si attesterè  al 55%a partire dal 2018, come prevede la stessa manovra). Il punto, però, è nell'inversione del rito consueto che negli scorsi anni  è sempre stato avviato dalla richiesta dei Comuni e chiuso dalla risposta del Governo. Questa volta ad avviare la macchina sarà  l'Esecutivo, per "blindare" il termine ed evi ­ tare gli effetti collaterali prodotti finora sui bilanci comunali e sugli obblighi per i contribuenti dal dibattito continuo sulle scadenze. Il problema  è stato reso particolarmente evidente dal braccio di ferro che ha accompagnato l'ultima manovra, e che al Senato aveva portato all'approvazione della «sanatoria » per le delibere fiscali approvate in ritardo poi cancellata dalla Camera. Il confronto, in realtè , non si  è esaurito nemmeno ora, dal momento che l'Anci ha ripresentato anche per il Milleproroghe in discussione alla Camera la richiesta di salvare ex post le aliquote ritardatarie, tema su cui resta immutato il «no » da parte del Governo. A cucinare il pasticcio era stata proprio l'incertezza continua che l'anno scorso ha accompagnato la scadenza per preventivi e delibere fiscali, quando il mancato via libera a un nuovo rinvio in extremis nella Conferenza Stato ­città del 30 luglio ha lasciato in fuorigioco centinaia di Comuni che puntavano su un'altra fetta di tempi supplementari, riconosciuta solo agli enti della Sicilia (alle prese con il caos regionale sull'applicazione della riforma contabile) e alle Province. Il regime differenziato per Province e città metropolitane potrebbe tornare anche quest'anno, per le incognite che ancora dominano i bilanci degli enti di area vasta. Su tutte, svetta l'effetto delle sanzioni per chi non ha rispettato il Patto di Stabilità ,e che nel regime ordinario ora in vigore impongono un taglio pari allo sforamento. Il monitoraggio semestrale, però, indica obiettivi mancati da quasi l'80% delle amministrazioni per un totale da 1,2 miliardi di euro. L'anno scorso un problema molto più ridotto (433 milioni a carico di 33 enti) ha portato a ridurre di 4/5 la sanzione, e per non far saltare il sistema  è probabile che si ritorni sul tema. Per capire i contorni definitivi del problema bisognerè  però attendere i risultati del monitoraggio annuale, ed  è possibile quindi che la soluzione arrivi dopo il Milleproroghe, imponendo quindi tempi più lunghi per la chiusura dei preventivi.

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