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Interpretazione restrittiva Mef sul monitoraggio semestrale del Patto di stabilità e sulla concessione di ulteriori spazi finanziari del Patto 2014

  • 06 Ago, 2014
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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A soli pochi giorni dalla scadenza del monitoraggio semestrale del Patto di stabilità interno (lo scorso 28 luglio), la Ragioneria Generale dello Stato ha interpretato in modo del tutto inaspettato la norma sul monitoraggio, necessario anche ai fini dell’individuazione di ulteriori spazi di Patto per l’effettuazione di pagamenti in conto capitale (ultimo periodo del comma 9 bis dell’art. 31 della legge n. 183 del 2011, introdotto dal comma 535 dell’art. 1 della legge di stabilità 2014).

Con una nota metodologica alla compilazione del prospetto relativo al monitoraggio, il Ministero dell’economia e delle finanze ha chiarito che, per poter ottenere gli spazi finanziari concessi con la citata norma, devono essere realizzati pagamenti in conto capitale per un importo pari almeno al doppio degli spazi concessi. Secondo il Mef, infatti, la somma riconosciuta dalla norma in commento non è da considerare come una riduzione della manovra a carico dei Comuni, ma come uno stimolo al pagamento degli investimenti oltre quanto ordinariamente programmato dal singolo ente.

Questa posizione non è in alcun modo condivisibile sia nel merito, sia, tanto meno, nel metodo. La limitazione introdotta per via meramente interpretativa, infatti, non è stata esplicitata né nella circolare relativa al patto di stabilità interno, né nel decreto che approva tempi e modelli di compilazione dei prospetti ai fini del monitoraggio.

Anci sta sollecitando il Ministero dell’economia e delle finanze a rivedere la propria posizione, anche attraverso la formulazione di proposte emendative alla legge vigente, al fine di consentire a tutti i Comuni di utilizzare i maggiori spazi garantiti dalla legge di stabilità 2014, con riferimento all’intero anno 2014 e non soltanto al primo semestre dell’anno.

A soli pochi giorni dalla scadenza del monitoraggio semestrale del Patto di stabilità interno (lo scorso 28 luglio), la Ragioneria Generale dello Stato ha interpretato in modo del tutto inaspettato la norma sul monitoraggio, necessario anche ai fini dell’individuazione di ulteriori spazi di Patto per l’effettuazione di pagamenti in conto capitale (ultimo periodo del comma 9 bis dell’art. 31 della legge n. 183 del 2011, introdotto dal comma 535 dell’art. 1 della legge di stabilità 2014).

Con una nota metodologica alla compilazione del prospetto relativo al monitoraggio, il Ministero dell’economia e delle finanze ha chiarito che, per poter ottenere gli spazi finanziari concessi con la citata norma, devono essere realizzati pagamenti in conto capitale per un importo pari almeno al doppio degli spazi concessi. Secondo il Mef, infatti, la somma riconosciuta dalla norma in commento non è da considerare come una riduzione della manovra a carico dei Comuni, ma come uno stimolo al pagamento degli investimenti oltre quanto ordinariamente programmato dal singolo ente.

Questa posizione non è in alcun modo condivisibile sia nel merito, sia, tanto meno, nel metodo. La limitazione introdotta per via meramente interpretativa, infatti, non è stata esplicitata né nella circolare relativa al patto di stabilità interno, né nel decreto che approva tempi e modelli di compilazione dei prospetti ai fini del monitoraggio.

Anci sta sollecitando il Ministero dell’economia e delle finanze a rivedere la propria posizione, anche attraverso la formulazione di proposte emendative alla legge vigente, al fine di consentire a tutti i Comuni di utilizzare i maggiori spazi garantiti dalla legge di stabilità 2014, con riferimento all’intero anno 2014 e non soltanto al primo semestre dell’anno.

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