Pubblichiamo la nota di lettura del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183 ("Milleproroghe") come convertito dalla legge 26 febbraio 2021, n. 21, recante: «Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea. Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”».
In materia di finanza locale si segnalano le seguenti disposizioni: assunzioni negli enti locali sottoposti alla Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali; funzioni fondamentali; Fondo di garanzia per i debiti commerciali; razionalizzazione del patrimonio pubblico; proroga del termine di adeguamento dei contratti in corso fra gli enti locali e i soggetti affidatari della gestione delle relative entrate; proroga al 2027, per i comuni interamente confinanti con Paesi non appartenenti all'UE, dell’elevazione del limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria, da tre a cinque dodicesimi; società partecipate; edilizia scolastica; progettazione degli enti locali; investimenti locali; interventi finalizzati alla messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche nonché gli interventi di incremento dell'efficienza energetica e di sviluppo territoriale sostenibile; proroghe di termini in materia tributaria.
Altre disposizioni riguardano: personale, TPL, scuola, sociale, cultura, turismo, famiglia, uffici giudiziari, sisma, eventi alluvionali, lavoro agile, proroga dei termini correlati con lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19.
“Nel 2020 abbiamo ottenuto importanti risultati che denotano maggiore attenzione verso i Comuni sulla tenuta dei bilanci, come l’orizzonte biennale di gestione per utilizzare anche nel 2021 le risorse finanziarie non spese l’anno scorso, una diversa distribuzione del fondo di solidarietà comunale e per la prima volta un meccanismo di perequazione verticale. Ora ci attendiamo che vi sia una integrazione importante nel prossimo decreto ristori che è fondamentale anche in vista della relazione di bilancio entro il 31 marzo. Ciononostante, lo scenario presenta ancora molte ombre: sono preoccupato perché su molte questioni non abbiamo avuto ascolto con la conversione del decreto Milleproroghe, dopo averle già segnalate invano in sede di formazione della legge di bilancio”. Così Alessandro Canelli, sindaco di Novara e Presidente IFEL intervenendo al seminario web che Ifel e Anci insieme con le Anci regionali hanno organizzato sulle principali novità della legge di Bilancio 2021 in tema di Finanza Locale e Personale.
Le slides degli interventi di Stefania Dota, Agostino Bultrini, Andrea Ferri e Giuseppe Ferraina.
Canelli, in qualità di delegato Anci alla Finanza locale, ha riepilogato le questioni su cui l’Associazione non ha visto l’accoglimento delle sue richieste di modifica. “Ad esempio, il rinvio al 2022 dell’entrata in vigore del fondo di garanzia per i debiti commerciali, il rinvio o la facoltatività del ‘canone unico’ per le difficoltà di ridefinire le tariffe nel contesto dell’emergenza e lo spostamento della Tari. Ancora Canelli ha fatto cenno “al rinnovo anche per il 2021 di alcune previsioni introdotte per i Comuni nel 2020 in tema di flessibilità su utilizzo avanzi, nonché la sospensione del recupero delle quote di disavanzo per il 2021, dando respiro agli enti in condizioni finanziarie più critiche”. Infine, il tema “dell’impatto della crisi sulle società partecipate locali: su questo sono assolutamente urgenti alcune regole che consentano di gestire gli effetti sui bilanci locali, sospendendo l’applicazione della normativa vigente”, ha ribadito.
Al di là di questo secondo Canelli vi sono tre temi strutturali su cui l’Anci continuerà a porre l’attenzione al governo utilizzando risorse disponibili: “quello della riscossione, problema atavico in molte parti del Paese, quello della ristrutturazione del debito su cui ci sono molti margini di miglioramento favorendo lo sblocco di molte risorse sulla parte corrente e, infine, le crisi finanziarie, anche alla luce della recente sentenza della Consulta”. Vi è poi il tema chiave degli investimenti che “devono essere supportati da un piano straordinario dal punto di vista assunzionale”.
Una questione questa del personale rilanciata con forza anche dal Segretario Generale dell’Anci Veronica Nicotra nella sua relazione introduttiva alla giornata. “E’ il tema su cui riceviamo le maggiori sollecitazioni dai Comuni, vi è l’esigenza di un vero shock in un comparto che nei decenni passati ha subito in settori strategici una riduzione troppo significativa che non gli permette di essere competitivo su vari versanti. Anche se il legislatore ha dimostrato attenzione con alcune deroghe per il settore istruzione o sui servizi sociali – ha aggiunto – dobbiamo continuare ad insistere per presentare al governo un dossier con cui chiedere deroghe importanti, almeno limitatamente alle professionalità e alle competenze amministrative necessarie per far fronte agli investimenti che arriveranno”.
Il Segretario Generale ha anche ribadito la posizione dell’Anci sulle risorse del Recovery plan. “I Comuni devono essere protagonisti, la Commissione europea ha chiesto ai governi nazionali che ci siano un unico canale di finanziamento diretto alle amministrazioni, la riduzione dei tempi decisionali e quindi regole chiare e snelle. E’ questo che chiederemo al nuovo presidente del Consiglio in ordine al programma nazionale di resilienza e ripresa per il comparto dei Comuni”, ha concluso.
È disponibile online e - dal 23 luglio p.v. - in libreria il volume “Fondamenti di contabilità pubblica e finanza locale”.
L’opera fornisce un quadro d’insieme del nuovo sistema di contabilità e bilancio degli enti locali utile a delineare le informazioni essenziali per la conoscenza dei documenti nei quali si riflette il governo della città e trovano riscontro le capacità politiche e gestionali dell’ente. All’illustrazione delle fasi di programmazione, gestione (anche attraverso le società partecipate) e rendicontazione delle entrate e delle spese e del connesso sistema dei controlli interni, si affianca l’indicazione delle strategie e degli strumenti per migliorare l’efficacia dell’accertamento e riscossione delle entrate comunali. I lettori saranno così in grado di conoscere le modalità di gestione della res publica che richiedono capacità di programmare entrate certe e spese sostenibili e capacità di attuazione dei programmi da parte della macchina amministrativa.
Autore del volume è il Prof. Antonino Gentile dell’Università di Roma LUMSA, giudice tributario e componente della Commissione MEF sull’economia non osservata e l’evasione fiscale. È stato dirigente generale dell’Agenzia delle entrate nonché assessore al bilancio del Comune di Palermo. La postfazione è a cura di Andrea Ferri, Responsabile Dipartimento Finanza Locale ANCI/IFEL.
Più di 1.000 società pubbliche locali in meno in tre anni.
Secondo lo studio IFEL (elaborazione dati su fonte CERVED PA 2018 e piani di razionalizzazione dei Comuni Capoluogo di Provincia) che sarà diffuso nei prossimi giorni, le società partecipate dai Comuni si sono ridotte dalle 5.374 del 2015 alle 4.313 del 2018. Un calo pari al 20% determinato dal saldo tra la chiusura (o la dismissione della totalità delle partecipazioni pubbliche) di ben 1.654 società e dalla registrazione di 595 nuove società. Quest’ultimo dato sembrerebbe, peraltro, il frutto di processi di fusione, in attuazione dei piani di razionalizzazione, di adeguamento alla obbligatoria gestione in forma associata (c.d. ambiti o bacini) dei servizi in rete.
Oltre alle società partecipate dai Comuni, diminuiscono anche le partecipazioni pubbliche locali (ogni società, infatti, può essere partecipata da più Comuni, il che spiega il numero di partecipazioni ben superiore a quello delle società).
Il calo delle partecipazioni è pari al 27,7% rispetto al 2015: le partecipazioni erano pari a 127.262 mentre nel 2018 le partecipazioni sono pari a 91.966.
Entrando nel dettaglio delle 4.313 società pubbliche locali presenti nel 2018 (ed assumendo a riferimento i codici Ateco primari), il 67,5% di queste eroga servizi pubblici (SIG e SIEG), il 22% attività strumentali (ad esempio i servizi di informatica, le attività scientifiche e professionali, le attività amministrative e di supporto), l’8,6% opera in “altri settori” (ad esempio il settore industriale, le attività di commercio e magazzinaggio, i servizi postali, i noleggi, il settore culturale etc).
Circa il 90% delle società partecipate dai comuni produce, dunque, servizi di interesse generale (economico e non), ovvero servizi strumentali (autoproduzione). Le società pubbliche locali si concentrano nel nord del Paese (58,4%) dove del resto sono più numerosi anche i Comuni (56% del totale). Interessante è la presenza a Nord di partecipazioni indirette, segno di una struttura più complessa e specializzata.
Raffrontando questo dato alle 1.654 società “estinte”, il gruppo “altri settori” vede la diminuzione più elevata, sintomo che ad essere abbandonate sono in primo luogo le società più lontane dalle finalità istituzionali (il “core business”) degli enti locali soci. Inoltre, sempre in relazione alle società “estinte”, in ben 802 casi la totalità della partecipazione cumulata anche di più comuni non raggiungeva il 3,5% dell’intero capitale (c.d. “partecipazioni pulviscolari”).
Il 90% delle società “estinte” (1.357 su 1.654) non risponde ai criteri di “conservazione” previsti dal Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (d.lgs. 175/2016).
IFEL ha inoltre analizzato la situazione economico-patrimoniale delle 2.732 società di cui è disponibile il bilancio di esercizio 2016 (il 63% su 4.313); ebbene, il 75% di queste (2.053 su 2.732) registra un risultato di esercizio in utile, per un risultato “consolidato” di oltre 2,5 miliardi di euro, a fronte di 1,1 miliardi di euro di perdite del restante 25% (con un saldo positivo di 1,4 miliardi di euro).
Le società partecipate dai comuni operanti nei servizi a rete (gas, acqua, energia e rifiuti), escluso il trasporto pubblico locale (TPL), sono complessivamente in utile (1,275 miliardi di euro). Anche il TPL, al netto delle quattro principali aree metropolitane (Napoli, Roma, Torino e Milano), presenta un risultato di esercizio complessivamente positivo. Per le società di trasporto delle quattro città maggiori, invece, dai dati disponibili dei bilanci 2016, solo ATM a Milano ha registrato un risultato d’esercizio positivo, a fronte delle perdite registrate da GTT Torino, ATAC Roma e ANM di Napoli.
Lo studio infine analizza i dati presenti nei piani di ricognizione straordinaria adottati dai 111 comuni capoluogo di provincia o città metropolitana, ai sensi dell’articolo 24 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.
Si tratta di 1.576 partecipazioni comunali, a cui corrispondono 1.482 società partecipate (nel caso dei comuni capoluogo/città metropolitane, dunque, il rapporto partecipazioni/società partecipate è pari quasi a 1). Per oltre un terzo di tali partecipazioni (568, pari al 36%) sono previste azioni di razionalizzazione, che, nella larghissima maggioranza, consistono in operazioni di cessione delle partecipazioni o liquidazione delle società.
Registrazione video relativa all'evento formativo "Le società partecipate e oneri di razionalizzazione: contenuti, tempistica, modalità" che si è svolto a Rimini il 24 ottobre 2018 in occasione della XXXV Assemblea ANCI.